Il tubo flessibile non è un serbatoio

Il tubo flessibile è utilizzato per trasferire un fluido o un materiale solido o pastoso da un punto ad un altro ed è progettato in funzione dell’applicazione e del materiale trasportato. L’azione è sempre quella di un movimento e mai una condizione statica, di stagnazione.

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Applicazioni del tubo flessibile

Il tubo flessibile può essere utilizzato in diverse applicazioni, ad esempio come connessione in un impianto industriale oppure come collegamento tra più contenitori o a corredo di autocisterne.
Viene cioè scelto per trasferire un fluido o un materiale solido o pastoso da un punto ad un altro ed è progettato in funzione dell’applicazione e del materiale trasportato.
Al tubo viene pertanto richiesto di convogliare, aspirare o travasare (per gravità) un liquido, un gas o una sostanza semi-liquida o solida. L’azione è sempre quella di un movimento e mai una condizione statica, di stagnazione.
Il tubo flessibile non è un serbatoio” è una tra le frasi più ricorrenti tra chi tratta tubi flessibili e questa affermazione contraddistingue tutto il mondo che lo circonda.

 

Norme e regolamentazioni

Se leggiamo lo scopo delle norme che regolano la progettazione e la produzione di tubi flessibili per i diversi settori di applicazione, riscontriamo sempre che:

  • Lo scopo di un tubo è quello di convogliare: “to convey” chemical substances nel caso della EN 12115;

  • Il tubo serve per il trasferimento di gas e petrolio liquefatto (GPL) nel caso della EN 1762;

  • Il tubo è impiegato per il rifornimento e scarico di carburanti di aeromobili secondo quanto previsto dalla norma EN 1825.

Gli esempi in realtà sono molteplici, ma in buona sostanza si tratta sempre di situazioni di passaggio temporaneo di fluidi. Diversamente, qualora vi fosse una stagnazione prolungata di un materiale all’interno del tubo, le conseguenze potrebbero essere particolarmente critiche, soprattutto nel settore chimico e alimentare.

 

Settore chimico

Nel caso di un prodotto chimico l’aumento del tempo di contatto può comportare il rischio di inquinamento del prodotto stesso, ma anche di deterioramento del tubo che subisce l’aggressione chimica da parte della sostanza trasportata. Tipico esempio è costituito da quei prodotti chimici liquidi che si comportano come solventi e che pertanto sono in grado di estrarre sostanze dai materiali con cui sono a contatto, deteriorandoli e inquinandosi.

Altro fenomeno, che si può verificare in seguito alla stagnazione di un fluido chimico, è quello della permeazione del prodotto attraverso la parete del tubo flessibile. Il rischio che ne consegue è che si verifichi una aggressione chimica anche a tutte le componenti della struttura del tubo, inclusi i rinforzi tessili e la eventuale spirale metallica. Questo favorisce il decadimento delle caratteristiche fisico-meccaniche del tubo e una fine vita prematura dello stesso. Non a caso dunque, quando si impiega un tubo per il trasporto di prodotti chimici, si consiglia di svuotarlo dopo averlo utilizzato.

 

Settore ALIMENTARE

Nel settore alimentare i fenomeni derivanti dalla stagnazione sono simili a quelli riscontrati nel settore chimico, in particolare per quanto riguarda il rischio di inquinamento del prodotto convogliato.

Una riflessione a parte merita il metodo di test previsto dalle norme alimentari europee usate per verificare l’idoneità al contatto con alimenti o bevande da parte delle mescole in gomma. Si tratta di cosiddetti test di migrazione, ossia si misura la quantità di sostanze che migrano dalla mescola in gomma all’interno di prodotti posti a contatto con la mescola stessa. Questi prodotti sono chiamati simulanti, in quanto permettono di simulare il comportamento dei prodotti alimentari che saranno convogliati dal tubo nelle condizioni reali di utilizzo. I simulanti hanno una capacità di estrazione più o meno elevata a seconda della loro concentrazione e temperatura, oltre che del tempo di contatto con la mescola testata. Il tempo di contatto viene scelto in funzione dell’intensità delle altre condizioni di test: concentrazione del simulante e temperatura.

In ambito alimentare, le mescole in gomma vengono perciò testate in condizione di stagnazione più o meno prolungata, ma il test ha lo scopo di stabilire qual è il quantitativo minimo di prodotto che deve essere convogliato attraverso il tubo in un determinato intervallo di tempo, come si riscontra leggendo quanto dichiarato al termine di ogni test di migrazione.
Pertanto, anche da questi test, si comprende che il tempo di contatto, tra la superficie interna di un tubo flessibile ed un prodotto alimentare, debba essere limitato e che una stagnazione prolungata sia da evitare.

Va considerato che fenomeni di permeazione di un fluido tra gli strati del tubo possono avvenire anche in ambito alimentare. Anche in questo caso questi possono essere la causa di una fine vita prematura della connessione flessibile.

 

CONCLUSIONI

Per concludere, l’applicazione di un tubo deve essere sempre attentamente valutata in modo da evitarne un uso improprio. Il fenomeno della stagnazione di un materiale rientra in questo ambito, dal momento che può causare danni di diversa natura, come ad esempio danni alla produzione nel caso in cui il prodotto convogliato venga inquinato, oppure inquinamento ambientale o danni alle persone nel caso in cui il tubo, giunto a fine vita, dovesse far uscire la sostanza trasportata in seguito ad uno scoppio.

Nel caso di applicazioni dove sia prevista una stagnazione per un periodo di tempo più o meno prolungato, consigliamo di chiedere informazioni all’ufficio tecnico MTG scrivendo a info@mtgspa.com.

Per altre informazioni su cura e manutenzione dei tubi si prega di leggere il seguente articolo.